I suoi acquarelli
sviluppano il metodo freudiano di psicanalisi dell'inconscio,
individuale e collettivo, proponendo una lucida ed esaltante suggestiva
oggettivazione formale fondata sull'automatismo della proiezione
surreale della vita, e sull'acquisizione continua del volo onirico.
La sua ricerca non conosce barriere né prospettive mentali, per
aleggiare nel meraviglioso, nella proliferazione degli universi
paralleli, nella straordinaria acquisizione di una quintessenza
sconosciuta e di una chiave perduta.
Imprevedibile nella sua spazialità metafisica e matematica,
illumina lo spazio di esistenze plurime, mai viste, allucinanti
talvolta, ed anche grottesche ed ironiche, per sviluppare a fondo
l'allegoria alla società dei consumi, e dare consistenza alle
elucubrazioni fantastiche, alla nascita del meraviglioso.
Gli stati di continua visualizzazione spirituale, i momenti di
acquisizione del dato "fenomenico", la tendenza ad invadere la
scena con immagini fantasmagoriche e di conclamata accettazione
neo-platonica, coinvolgono sempre Luigi Regianini in correnti ermetiche,
esistenziali, di ribaltamento del transuente e dell'effimero, per
aprirsi al mondo della conoscenza e della vita dell'al di là.
Timbrici, i suoi acquarelli, risaltanti nell'enucleazione di una
tensione interiore, irradiano un'intima liricità per intuire una
rinnovata interpretazione della poetica romantica, verso nuovi lidi,
dove le percezioni spaziano sull'universale.
Antonio
De Bono |
 
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